martedì 4 febbraio 2014

Brava gente o bravi imbecilli?


"Italiano brava gente", film del 1965 diretto da Giuseppe De Santis, è uno dei più schifosi e inguardabili prodotti della nostra cinematografia sulle vicende della seconda guerra mondiale.Girato nei luoghi stessi in cui si verificarono gli eventi con una certa larghezza di mezzi fu una coproduzione italo-sovietica e questo spiega perchè il film sia in gran parte un prodotto di propaganda da esportazione. 

La storiella comincia (e finisce) sempre nello stesso modo: con gli allegri ed ingenui ragazzi italiani di tutte le regioni (evidentemente nessuno ha mai spiegato ai cineasti che il reclutamento avveniva perlopiù su base territoriale e si tentava di mantenere una certa omogeneità nei reparti) che vanno alla guerra canterini e sorridenti convinti che tutto finirà presto. Purtroppo per loro tra le prepotenze dei tedeschi sanguinari, gli orrori del combattimento e l'eroismo dei russi, si avvieranno presto alla disillusione attraverso un doloroso percorso di rassegnazione che li porterà alla morte nel turbine della guerra. Gli sceneggiatori sono andati a spigolare situazioni e personaggi da varie fonti, buona parte delle atmosfere è sicuramente tratta da "100.000 Gavette di ghiaccio" di Giulio Badeschi, all'epoca appena uscito, ma vi sono stati trasfusi anche pezzi tratti da la "La guerra d'Albania" di Giancarlo Fusco, un evergreen del nostro cinema di guerra che ha ispirato anche "Scemo di Guerra" (ah, i bei tempi in cui Beppe Grillo era solo un comico!) e "Le rose del deserto", confezionando un bel polpettone di scempiaggini e luoghi comuni. Eppure dieci anni prima c'era stato l'ottimo "Carica eroica" che, pur incedendo in qualche banalità di maniera, era stato un ottimo prodotto sulla Campagna di Russia, invece in questo caso, probabilmente incalzati dai commissari politici del coproduttore sovietico, gli autori italiani hanno dato libero sfogo alle idee peggiori. I personaggi sono tutti perfettamente stereotipati: il comandante italiano è un colonnello rassegnato e ligio al dovere ma giusto e comprensivo, tra i soldati c'è il romanaccio di buon cuore, il pugliese antifascista, il ragazzino innamorato (un emiliano che pare il sosia di Gianni Morandi) e il sergente napoletano vessatore e carogna. Gli ufficiali tedeschi sono tutti tronfi, sadici ed arroganti, mentre i popolani russi tutti fieri e coraggiosi come i loro soldati e loro i partigiani, gigantoni con la faccia da bravi ragazzi. Ma l'autentico capolavoro di sciocchezze si realizza con la caratterizzazione degli uomini dei Battaglioni delle Camicie Nere: De Santis è il primo, e forse l'unico, a rappresentarli in un film di guerra e lo fa dando di loro la peggiore immagine possibile. I fascisti sono tutti fanatici, ladri, vigliacchi e finanche stupratori, a partire dal loro comandante dal ridicolo nome di Ferro Maria Ferri (personaggio tratto da un altro racconticino di Giancarlo Fusco, scrittore godereccio finito sotto la censura fascista che nel dopoguerra si è vendicato raccontando il regime nel modo più caricaturale e carognesco possibile), un borbottone vigliacco e violento che addirittura finge di essere un mutilato per incutere rispetto e che si inventerà un reparto speciale a cui appioppa il nome cretinissimo di "Superarditi", evidentemente  riferimento ai Battaglioni M della Milizia, che si addestrano tutto il tempo tra cognac e cioccolata per rimanere poi comodamente nelle retrovie (peccato che nessuno abbia avvisato la produzione che la Milizia ha perso in Russia oltre il 60% dei suoi effettivi e che tra i comandanti di reparto la mortalità fu del 90% addirittura!). Fa la sua comparsata anche Peter Falk, il futuro tenente Colombo è qui un tenentino medico super-raccomandato che in una situazione ai limiti del paradossale muore da eroe, l'accento da gagà napoletano e le idiote battute di spirito a mitraglia invitano lo spettatore a prenderlo a schiaffi dopo soli tre minuti.

Come film di propaganda sovietica forse potrebbe anche andare, se non fosse che all'epoca fu strombazzata la veridicità dei luoghi e delle situazioni e che in apertura di pellicola si rammenti la "incontestabilità" dei fatti, che invece furono subito contestati da colui il quale aveva ispirato parte delle vicende narrate, il colonnello Epifanio Chiaramonti, eroe dell'ARMIR, pluridecorato al valore nonchè della Croce di Ferro tedesca, che rifiutò nettamente la ricostruzione fattane. C'è forse un unico pregio nella visione del film, esso è una sorta di compendio della rappresentazione bellica italiana, vi si ritrovano tutti gli elementi che poi saranno usati dalle produzioni successive sino alle fiction odierne, in qualche modo è stato un apripista e, una volta visto, si può star certi di essere pronti a qualsiasi bestialità successiva, visto uno visti tutti! Si fornisce così la versione da sussidiario che poi è stata costantemente ripetuta dalla cinematografia, dalla letteratura e dalla storiografia ufficiale, versione secondo la quale gli italiani in guerra furono poveri cristi rassegnati al destino cui li avevano costretti pochi fascisti esaltati e vigliacchi, buoni padri di famiglia con la lacrimuccia facile e lo spirito da compagni di paese che non avevano alcuna intenzione di combattere e pochissime abilità guerriere, brava gente illusa ed impreparata, bravi imbecilli insomma. Un siffatto racconto è al contempo rassicurante ed autoassolutorio ed ha provocato guasti ormai irreparabili nella coscienza e nella percezione collettiva.        

5 commenti:

  1. in effetti è una vera porcata

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  2. Bello a me è piaciuto. Ps le camicie nere sotto l'ordine del colonnello guidano l'assalto finale al famoso ponte espugnandolo quindi mi pare facciano una buona figura. altra cosa sono i superarditi che però nulla c'entrano con le camicie nere. La fotografia ottima e così pure la regia e gli effetti speciali visto l'anno di produzione. Bedeschi è una fonte più che attendibile mi pare.

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  3. Un buon film, la critica mi pare poco strutturata e pregiudiziale.

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    1. Dal punto di vista cinematografico sarà pure un'opera non malvagia, ma per chi conosce un minimo di storia, e legge la stessa senza pregiudiziali ideologiche, è una boiata indigeribile

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  4. Per chi conosce gli eventi e ha avuto la possibilità di sentirli raccontare da chi li ha vissuti in prima persona , trovo che il film non rispecchi assolutamente ciò che realmente è accaduto in Russia Ci sono stati episodi eroici , giovani uomini che si sono sacrificati per salvare i propri compagni e decisioni prese con grande coraggio che nel film non vengono minimamente menzionati . Forse sarebbe bene far conoscere la verità perché , anche all’interno di una così grande tragedia come quella della seconda guerra mondiale , i comportamenti dei nostri soldati e in particolare del colonnello Chiaramonti, insegnerebbero che gli italiani sono dei valorosi , capaci di grandi imprese e di grande coerenza .

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